lunedì 29 ottobre 2007

Die Roßzähne und Freud - Freud, i Denti di Terra Rossa e i Silenzi d'Alpe



Freud wollte in 1914 nach Seis seine Urlaub ver-bringen: Ausbruch des ersten Welt-kriegs.
Während seiner zahlreichen Aufenthalte in Südtirol hat Sigmund Freud zweifelsohne einige der Sagen gelesen, die reichlich an den Hängen der „bleichen Berge“. Diese Sagen erzählen von Zaubern und Zaubereien, von Hexen und Opferriten.
Sigmund Freud nel 1914 avrebbe voluto venire a Siusi in vacanza: ma scoppia la prima guerra mondiale.
Nei suoi numerosi soggiorni in Alto Adige, Freud ha senza dubbio letto o ascoltato alcune delle leggende che numerosissime fioriscono lungo i pendii dei “monti pallidi”. Le fiabe narrano di incantesimi e maghe, di streghe e riti sacrificali.
Questo notturno mondo di fantasmi ha sicuramente attratto la curiosità di Freud, che non avrà mancato di notare come la fantasia si sia ampiamente sbizzarrita nel dare i nomi ad alcune rocce dalle forme tanto stravaganti da ritenerle una pietrificazione di spiriti cattivi, come: i “Mugoni” nel gruppo del Catinaccio, con le tre cime, “il frate, l’orso, lo stregone”, o le “cinque dita” del Sassolungo.
Diese nächtliche Gespensterwelt hat sicherlich die Neugierde Freuds geweckt, der zweifelsohne bemerkt haben muss, wie sich die Phantasie mit der Benennung einiger Felsen beschäftigt hat, deren Formen so sonderbar sind, dass sie für eine Versteinerung böser Geister gehalten wurden, wie im Fall der „Mugoni-Spitzen“ in der Rosengartengruppe, ferner der drei Zinnen, nämlich „Pater, Bär und Hexenmeister“, oder der „Fünffingerspitzen“ vom Langkofel.

mercoledì 24 ottobre 2007

Dolomiti, amore arte nei Silenzi d'Alpe







Una sfinge estatica scolpita dal tempo
sulle cime solitarie del rifugio Principe, nel
"giardino delle rose" asseconda il passo poetico.

"Quasi tutto quello che avviene è inesprimibile, ma più inesprimibile di tutto sono le opere d'arte, questi esseri segreti la cui vita non ha fine e che costeggiano la nostra che passa...In un solo pensiero rivivono mille notti d'amore dimenticate che ne fanno la grandezza e il sublime..."
(Rainer Maria Rilke)

domenica 21 ottobre 2007

veli d'autunno, ai Silenzi d'Alpe

















Ora che il sole
sosta
con piacere
dietro le cime dello
Sciliar,
a riscaldare il sonno delle marmotte
dai suoi pendii scende silenziosa la luce d'autunno accendendo piccoli falò tra le fronde e illuminando d'arancio i pascoli e la quiete dei giorni sempre più desiderosi d'ombra.

sabato 20 ottobre 2007

vento, custode dell'invisibile dai Silenzi d'Alpe


I popoli delle montagne credono che il dio abiti le cime e il vento ne sia il respiro possente: custode dell’invisibile. «Saggio è colui che sostiene che il tutto è nel Nulla e il Nulla è una domanda – recita E. Jabès - Quale potenza ha il Nulla quando è unicamente silenzio!»
Allora, con l’ospitale intesa dell’Alpe, tra leggerezza e sostanzialità invito a muoversi con gesto rapsodico, seguendo l’ammonimento di Nietzsche, secondo cui «solo i pensieri che vengono camminando hanno un valore» a procedere a zig zag per il sentiero scosceso dei silenzi. Qui, la cadenza del passo si misura con l’afflato del respiro, la parola con il battere del cuore, il silenzio con la glaciazione dell’espressione, in un incedere ai confini, tra echi e fantasmi...